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Il lockdown ed il ritorno alla vita normale di un bambino: uno sguardo al di là di uno schermo.

Scritto da Cybermed Junior
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Mi è capitato poco tempo fa, durante una mia visita ortottica ad un bambino, di chiedergli, per avere la sua attenzione, se gli piacesse il paesaggio in foto di un bosco che avevo su uno schermo di pc, e lui, senza esitare, mi ha risposto “No, perché non posso vedere cosa ci sta dietro gli alberi”.

La fantasia, che spesso limita ed entra in conflitto con la razionalità di noi adulti, dona un’immensa abilità ai bambini di amplificare le capacità sensoriali, prima di tutte la vista. Ed è, grazie a queste prime esperienze sensoriali, che inizia e si struttura il processo della crescita.

 

Già nei primi anni di vita, Il “vedere”, ad esempio, in tre cerchi sovrapposti, il muso di un orso, o in un triangolo e un quadrato una bellissima ed accogliente casetta di campagna, è di per se un’esperienza conoscitiva, sia dell’oggetto, sia di ciò che  ad esso si avvicina.

 I bambini, crescendo,  correlano le immagini fantastiche a quelle reali ed, in una seconda fase,  cominciano ad associare a quest’ultime anche le emozioni che suscitano, e da ciò si struttura l’identità, fatta di sentimenti ed opinioni uniche e personali.

In un periodo come questo di grandi limitazioni spaziali, periodo che  speriamo ci stiamo lasciando alle spalle, il non poter usufruire dell’esperienza del mondo esterno può interferire con l’armonico sviluppo e consolidamento delle capacità visive dei soggetti più giovani.

Nelle fasi prepubrali della vita  risulta necessaria una visione con focalità e luminosità sempre mutevoli ma qualora   gli occhi siano rivolti solamente ad uno schermo PC, tablet o smartphone, si può rischiare di perdere il contatto con la realtà, e questo, a sua volta, implica una  dissociazione  a vari livelli, sociale, emozionale, visuale soprattutto..

Sfruttare l’aria aperta, i parchi ed i paesaggi nel tempo libero è una fortuna non solo dal punto di vista fenomenico, ma poiché ci salva da ore ed ore di smartworking/scuola telematica, che causano, già nell’adolescenza, disturbi e  possono determinare danni al nostro sistema visivo.

La sovraesposizione agli schermi luminosi, soprattutto se, come spesso succede nei bambini, tali schermi vengono tenuti troppo vicini agli occhi, comporta un continuo sforzo di messa a fuoco, una prolungata richiesta accomodativa della vista da vicino, che sfocia poi in una difficoltà visiva nella visione da lontano, chiamata pseudomiopia o miopia da spasmo accomodativo.

Viene infatti definita “la generazione miope”, visti i dati scientifici, per cui oggi un bambino su tre già in età scolare deve ricorrere ad un paio di occhiali.

Un altro problema è la luce blu diffusa da alcune tv e dai led di smartphone e tablet. Questa luce può provocare infiammazioni della congiuntiva e della cornea, può anche causare nell’età adultà danni al cristallino (cataratta) e, penetrando fino alla retina, favorendo  lo sviluppo di patologie importati come la degenerazione maculare.

I primi sintomi comuni sono bruciore, secchezza oculare, visione sfocata e riduzione del contrasto.

Il consiglio specialistico è dunque quello di portare i bambini, già dall’età di tre anni ad una visita oculistica ed ortottica, e continuare preventivamente e periodicamente i controlli, soprattutto se sono richieste attività visive intense al computer.

Non dimentichiamo, allo stesso tempo e non meno importante, di stimolare la fantasia dei nostri bambini sia a casa, ma soprattutto, ora che possiamo, all’aria aperta.

Dott. Daniele  Di Clemente        Dott.ssa Marta Pagano

http://www.studiodiclemente.eu/


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